“Mi serve un innovation manager?”
Non perché lo dico io, figurati! Ma perché quando c’è bisogno di un cambiamento, devi assicurarti che avvenga in meglio. Bene, dirai tu, come faccio?

Trovarmi a guidare un cambiamento di diverse aziende è il mio destino: l’esperienza sul campo e “le cicatrici” mi insegnano che questo è una cambiamento culturale piuttosto che tecnologico. È nelle mie corde cambiare il modo in cui le persone pensano e agiscono, farle uscire dalla propria area di confort e far si che si possano affidare a me senza abbattersi alle prime criticità.
La digital trasfomation in molte aziende è vissuta come un atto di fede, ovvero viene richiesto alle persone di abbandonare in modo graduale pratiche e processi che seguono da tanti anni per convertirli a modelli nuovi e spesso sconosciuti.

Ogni giorno incontro aziende delle quali una buona parte con seri problemi di bilancio non dati dal Covid ma iniziati già da diversi anni prima. Tuttavia lascia che ti racconti un aneddoto. Un anno fa ho incontrato un cliente in difficoltà: il suo problema era che aveva bisogno di un cambiamento in azienda rapido, perché i tempi stringevano e il momento buono rischiava di essere perso.
Il mio cliente era preoccupato perché non riusciva a far comprendere ai genitori, zii (soci) e ai cugini che dovevano attuare modifiche alla loro organizzazione, e dovevano farlo subito!

Cambio generazionale, tecnologia 4.0 non applicata, e commerce inesistente: queste alcune delle azioni che appena poste in essere con molta resilienza hanno portato risultati davvero interessanti, compreso l’aumento sensibile degli utili e dei flussi di cassa; tutto questo perché finalmente siamo riusciti a passare dalla produzione all’utente finale senza intermediari.
Il cambiamento va fatto quando l’azienda è IN UTILE e non INUTILE (questa definizione, che rubo al mio professore della Bocconi, fotografa in 2 parole il destino della tua azienda).

Per fartela breve, al mio cliente non sarebbero bastati né il tempo né le risorse per portare tutto a compimento; così ha deciso di aiutare la sua azienda affiancandole un innovation manager, che allora aveva individuato nella mia persona, cosa per cui gli sono grato ancora tutt’oggi.
Lo dico senza vanto: ha fatto bene ad affidarsi ad una guida, perché ha deciso di non rischiare.

La guida che gli serviva era proprio un innovation manager, una risorsa che ha una visione a 360 gradi per progredire verso la digitalizzazione, comprese le tematiche legate all’industria 4.0. Ecco le competenze strategiche che appartengono a questa figura:

  • leadership: la capacità di motivare le persone ad accettare il cambiamento;
  • strategia: una visione flessibile che permette di individuare gli elementi decisivi che potrebbero avere un impatto sul mercato di riferimento;
  • creatività e curiosità: generate dall’innovazione e tese a cogliere nuove opportunità in un mercato che cambia velocemente;

Ok. Ma se penso di potermela cavare da solo?

Nessuno può dirti cosa fare, certo; considera però che il beneficio dei contributi a fondo perduto richiede la sottoscrizione di un contratto di consulenza tra l’azienda e il manager che deve essere iscritto in apposito albo al Mise.

Se stai puntando a questa opportunità, coglila con buonsenso… E affidati a chi ha già esperienza.

Contattami adesso, e discuteremo insieme delle tue possibilità!