“Per rientrare nell’Industria 4.0 devo acquistare macchine più moderne”. Ti sei mai ritrovato a pensare questa frase? Devo avvisarti: è un po’ riduttiva!
Cercherò di spiegare perché mettendomi nei panni di un qualsiasi imprenditore, anzi: ti riporterò l’esperienza di un mio cliente che fattura oltre 10 milioni di euro, che seguo da qualche mese e che ha acquistato un macchinario nel 2018.

Ad oggi, quest’imprenditore ha ancora la possibilità di usufruire del credito d’imposta pari al 40% delle spese in nuovi beni strumentali; tuttavia mi ha detto di non averci affatto pensato, visto il macchinario acquistato di recente; il suo ragionamento infatti è stato questo: “Perché devo far investire ancora alla mia azienda, quando abbiamo già innovato il macchinario, abbiamo “perso” tempo nell’imparare a usarlo e comunque, funziona bene?”

Se adeguarsi ai parametri dell’ Industria 4.0 significasse semplicemente acquistare nuovi macchinari il mio cliente avrebbe completamente ragione; un’azienda non può investire continuativamente. Il problema è che, alla fine dei conti… questo imprenditore è stato seguito poco o consigliato male! Infatti rinnovare la propria attività non significa cambiare solo macchinari ma è anche e soprattutto cambiare modello di organizzazione. Se fosse stato affiancato da un innovation manager avrebbe compreso che rinnovarsi significa sì comprare nuovi beni strumentali e imparare a usarli, ma anche studiare le meccaniche della propria azienda, capire e rimuovere i punti di debolezza e soprattutto acquistare quel che serve davvero per far sì che l’impresa decolli e sia efficiente e competitiva. Sì, perché alla fine il mio cliente non ha mica acquistato il software applicativo: è come se avesse acquistato una Ferrari, ma senza i pneumatici. La Ferrari corre, ma non bene come dovrebbe. E questo in altri termini significa aver inavvertitamente perso in velocità di produzione, aver risparmiato poco in tempo e denaro.

Una volta che si fa un investimento, lo si deve fare bene; si dovrebbero considerare anche altri fattori che generano il benessere dell’impresa, come l’efficientamento del lavoro, dei costi e di riflesso la qualità di vita dell’imprenditore e dei dipendenti. E cercare, ovviamente, se esistono benefici fiscali in tal senso.

Ricapitoliamo infine quelli che sono i vantaggi in corso per le imprese dal punto di vista fiscale:

  • accesso al credito di imposta al 50% del costo totale del macchinario;
  • nuova Sabatini con restituzione d’interessi pari al 3.575% per 5 anni anticipata in unica soluzione entro qualche mese dalla richiesta.
  • bonus mezzogiorno o Sisma centro Italia cumulabile nel credito d’imposta ma non con aiuti di stato (es nuova Sabatini) anche de minimis.
  • accesso al credito d’imposta fino al 50% per spese relative alla formazione 4.0

Anche in questo caso è opportuno affidarsi a un’azienda specializzata e nonostante non sia obbligatoria la perizia giurata per investimenti sotto i 300.000 euro, noi la emettiamo al fine di ridurre a zero il rischio di sanzioni; perché grazie ad alcuni “furbetti” il rischio c’è, trovo spesso  beni che non rientrano lontanamente in questo beneficio per ragioni ben chiare ma questa è un’altra storia e farò un articolo dedicato per chiarire a te imprenditore che alla fine con l’agenzia delle entrate ne rispondi tu!